ANALISI
Nell’affrontare la progettazione dell’apribusta la riflessione da cui si è partiti è stata la collocazione della forbice all’interno dell’ufficio: ne è scaturito che era sempre troppo sola e poco integrata con gli altri elementi della scrivania. Si è cercato, quindi, di affiancarle un oggetto che le fosse vicino come funzione, la cui presenza in ufficio fosse indispensabile e che potesse completarne la presenza.
Il pensiero è andato subito all’apribuste (o tagliacarte), un elemento che ha nella scrivania il suo più corretto luogo di permanenza. Storicamente gli apribuste possono suddividersi in due categorie: una prima in cui il corpo dell’oggetto diventa la lama stessa, che si dilata o si integra con altri elementi per facilitarne la presa; una seconda categoria in cui la lama è nettamente divisa dall’impugnatura, scelta spesso enfatizzata dall’utilizzo di materiali differenti.
DESIGN
La sfida da vincere nella progettazione dell’apribusta consisteva nel riuscire ad integrare armoniosamente le due aree funzionali che lo caratterizzano: l’impugnatura e la lama.
Il principio generatore della forma madre vede la lama nascere da un’unica forma definita, senza separarsene ma rimanendo riconoscibile. Una forma non urlata che rispetta le prerogative del “buon design”, che conferisce una direzionalità formale all’oggetto e che ottiene la sua funzione in modo discreto e con un intervento minimo.
Il risultato di questo studio è un oggetto dotato di equilibrio dimensionale che garantisce un’agevole impugnatura e, al contempo, una grande eleganza stilistica.
LAVORAZIONI
La lavorazione prevede una lastra d’acciaio sulla quale viene eseguito un taglio in pianta secondo disegno e una successiva lavorazione artigianale che consente di ricavare la lama quasi scavandola nella lastra stessa in modo sinuoso.
Per il corpo dell’oggetto è stato scelto l’acciaio satinato, il materiale più adatto per l’impugnatura, che deve rimanere maggiormente nell’ombra e contemporaneamente conservare inalterata la propria immagine superficiale dopo il ripetuto contatto con la mano. La lama, invece, deve esaltare la sua funzione e distinguersi dal resto del corpo, evidenziando il movimento del metallo: a tal fine è stato scelto l’acciaio lucido.
IMMAGINE
Al fine di rafforzare e mantenere l’immagine elegante, preziosa e raffinata ma al contempo sobria dell’oggetto, si è deciso di realizzare il marchio Contrappunto in piccole dimensioni incidendo il metallo con la punta di diamante e collocandolo nella parte satinata dell’apribusta, all’interno di un’area normalmente discreta e meno appariscente quale è la parte inferiore dell’impugnatura.
PARTNER
Paolo Fazzini (Pinin forbici) nasce a Bellano nel 1972. Mentre frequenta con buon profitto gli studi inizia ad apprendere, all’interno dell’officina paterna, le prime nozioni che lo porteranno a diventare un eccellente forbiciaio.
Nel 2001 fonda la Pinin Forbici, iniziando una serrata produzione di nuove tipologie di forbici affiancandola allo studio continuo di nuovi sistemi di produzione e di trattamento termico.
Nella complessa arte di costruire una forbice Paolo Fazzini è uno dei pochissimi personaggi al mondo a saper svolgere in modo autonomo tutte le complesse operazioni. Ricavare una forbice da una lamiera, anziché da uno sbozzato stampato, è operazione lunga e difficile che solo pochi artigiani al mondo sanno fare.
Paolo Fazzini ha realizzato forbici su disegno classico ma si è particolarmente distinto nella realizzazione di forbici su disegni nuovi e all’avanguardia.
Nonostante questa sua specificità professionale non disdegna la sperimentazione delle sue tecniche di lavorazione su altri oggetti da taglio, anche in ambiti completamente diversi. Nascono quindi tagliacarte, porte, bottoni, pendagli e numerosi altri oggetti realizzati sempre con acciai tradizionali di primissima qualità oltre al particolare acciaio damascato.
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